Sezione 3

XVIII

così, mentre salutiamo i morti, curiamo i malati, e distanziamo i sani, abilmente disegniamo una figura mitica, in cui pronunciamo noi stessi. Naturalmente lo sguardo è fisso sul virus e i suoi movimenti, ma basta chiudere gli occhi per sentire tutto il resto – come un rumore di fondo. Il dilagare di murales di cui l’andare del virus non è altro che lo schizzo iniziale, di carbone. È una sorta di oscura vibrazione che abbiamo imparato a riconoscere: l’andare sontuoso di un’alba/tramonto sulle cose, sulle vite. La cosa ci attrae e ci sgomenta, ma mentre paghiamo il prezzo altissimo di una simile creazione mitica, contando i morti e sfiorendo a noi stessi, ostinatamente continuiamo a creare, perché ancora non abbiamo finito. In ciò riscopriamo la rotazione che era cara ai nostri padri, e in unico gesto combattiamo il mito e lo generiamo. Un giorno ci fermeremo.