Sezione 3

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può risultare utile un altro esempio.

Anche la profondità è un creatura mitica.

Di rado ne abbiamo costruite di migliori e più efficienti. In una sola parola si fissava l’eventualità di un luogo che dava senso a mille presentimenti, un intero sistema etico e una precisa idea di anima. Per almeno due secoli ha guidato quasi ogni nostro sentire. Tuttavia ora la stiamo abbandonando perché inadatta a decifrare il mondo contemporaneo. È un mito che si sta dissolvendo. Quando ancora viene usato per descrivere il reale, suggerisce mappe che, prese alla lettera, generano situazioni fastidiose, non di rado piuttosto comiche. Convinti di dover scalare pareti insidiose ci si trova davanti praterie. Dove la distanza è tracciata nell’ordine delle ore, si raggiunge la meta in qualche minuto. Disegnati con minuzia ammirevole e bellezza immutata, popolano quelle mappe fiumi disseccati, confini aboliti, splendide città ora in rovina e misteri da tempo svelati. È il continente della profondità. Negli spazi bianchi, là dove compare la splendida espressione hic sunt leones, noi siamo andati a vivere.