Sezione 3

XII

in un’intervista, Jung ricordò di aver previsto l’ascesa di Hitler semplicemente ascoltando i sogni dei suoi pazienti negli anni immediatamente precedenti all’avvento del nazismo. Stava cercando di spiegare che spesso la Storia non è che la traduzione in evento di certe pulsioni dell’inconscio collettivo. Quel che c’è di utile in una simile teoria è l’idea che, al di là delle opinioni formalizzate in qualche modo dai singoli individui, esistano convinzioni collettive per così dire asintomatiche: gemmano e si moltiplicano usando la coscienza individuale come inconsapevole incubatore e restando sostanzialmente illeggibili fino al momento in cui emergono con la rapidità di una pandemia quando si compattano in un’unica figura di senso, atroce o virtuosa che sia. Descritta in questo modo, la Storia cessa di essere semplicemente un fenomeno generato da quelle logiche che appunto gli storici sono incaricati di decifrare, ed entra di diritto nell’ambito del fare mitico: diventa Storia ciò che gli umani non sanno di pensare fino a quando non riescono a produrlo a se stessi, a sintetizzarlo e a nominarlo nella forma di un evento storico.

La Pandemia è un evento storico di questo tipo.