Sezione 4

XXII

La cosa più sconcertante, quando si inizia a leggere dentro la figura mitica della Pandemia, è il groviglio che vi si trova di audacia e paura, di propensione al cambiamento e nostalgia per il passato, di dolcezza e cinismo, di meraviglia e orrore. Bisogna farsene una ragione. Bisogna riuscire ad abituarsi. C’è di tutto, là dentro.

D’altronde, delle creature mitiche si sa che non formano, di per sé, sistemi coerenti. Il Mito è una rete strappata. Non produce ordine, ma definizione: nomina ma non può disciplinare, scandisce ma non armonizza, enumera ma non calcola. Il Mito restituisce, degli umani, la sostanza irrisolvibile. È un libro mastro dove dare e avere non producono un risultato finale, ma tanti risultati possibili.

Così, entrare nelle figure mitiche per capirne il messaggio è spesso un viaggio in voci disarticolate dove sarebbe una forzatura ricostruire un canto, o anche solo un eloquio.

Ascoltare urla, è la regola.

Non spaventarsi, l’obbiettivo.